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Channel: Commenti a: Caro procuratore Roberti, la Chiesa ha fatto tanto contro la mafia
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Di: Marco S.

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In risposta a Eli Vance.

Sono perfettamente d’accordo con Lorenzo ed Eli Vance.

Mi pare veramente singolare che lo stato italiano, che spesso, per anni, magari si e’ pure servito delle organizzazioni malavitose, imputi qualcosa alla Chiesa in merito.

Lasciamo perdere la dinamica di questo rapporto in occasione dell’unificazione nazionale, ben descritto da vari romanzi tipo “Il Gattopardo” o “I Vicere'”, che sta probabilmente all’origine del fenomeno mafioso.

Ricordiamo invece il ruolo della mafia siciliana, in collusione con la mafia italo-americana, nel favorire lo sbarco degli Alleati in Sicilia, nel 1943, sbarco che in effetti, trovo’ poca resistenza, malgrado solo pochi mesi prima i soldati italiani si fossero invece distinti, nella pur disperata campagna difensiva in Tunisia.
Tra i comandi alleati si temeva che un’analoga resistenza in Sicilia, nelle delicate fasi tattiche degli sbarchi, potesse renderle sanguinosissime e, persino, farle fallire, malgrado la loro netta superiorita’ aeronavale.

Una mafia siciliana che nel Dopoguerra tenne in ostaggio la Sicilia per anni, probabilmente in combutta non solo con i con i poteri illegali d’Oltreoceano, ma forse anche con quelli legali (vedasi sotto la voce “indipendentismo” siciliano) e che la rilascio’ soltanto dopo aver ottenuto uno statuto speciale (la cui formulazione io giudico ingiusta ed assurda nei confronti delle altre regioni italiane) ed una base aeronavale americana a Sigonella.
Per quanto mi risulta, Sigonella e’ l’unica base americana fuori dal territorio degli Stati Uniti, ad avere il prefisso e lo status di “Naval Air Station” (Base Aeronavale), che corrisponde a tutti gli effetti allo status di “Maristaeli” o “Maristaer” della marina militare dello stato italiano, cioe’ luoghi all’interno dei quali esso esercita la sua piena sovranita’…

Ricordiamo poi che lo stato italiano, fino al 1982, cioe’ fino alla legge cosiddetta “Rognoni-La Torre”, non aveva nemmeno previsto nel suo ordinamento la fattispecie penale di “associazione a delinquere di stampo mafioso”.
Quindi nemmeno esso che, contrariamente alla Chiesa, disponeva del potere legislativo, si era potuto o voluto dotare dello strumento necessario per combattere efficacemente la mafia come organizzazione, non solo i crimini commessi dai singoli mafiosi.

Lasciamo poi perdere le varie illazioni, tutte da dimostrare, in merito al sostegno che alcuni organismi dello stato italiano avrebbero dato al Prefetto Dalla Chiesa ed ai Giudici Falcone e Borsellino, o alla determinazione dello stesso stato a portare fino in fondo le sentenze per mafia…
Non ci perdiamo nei pettegolezzi, ma prendiamo atto che la loro diffusione contribuiva certamente ad influenzare la percezione della realta’ nel territorio siciliano.

Quindi la mafia, fino a ieri l’altro, poteva apparire come parte di un delicato equilibrio di potere nazionale ed internazionale, da cui forse dipendeva la stessa appartenenza della Sicilia allo stato italiano, in un ambito di “Guerra Fredda”.
Un equilibrio che magari, pur essendo subito dallo stato italiano, piu’ che voluto, lo rendeva molto probabilmente contiguo al potere mafioso, come del resto numerosi episodi ci hanno fatto ampiamente sospettare e temere.

In questo contesto, mi pare che la Chiesa siciliana abbia fatto quello che si sentiva di fare.
Magari, in alcuni casi, cedendo ad un non del tutto incomprensibile fatalismo (che magari sovveniva nel momento in cui si faticava a distinguere dove finiva il potere “dello stato” ed iniziava quello “mafioso”).

Ma in molti altri casi ,la Chiesa ha invece supplito alla totale assenza dello stato sul territorio, nel contrasto alla mafia in Sicilia ed a tutte le mafie nel resto del paese.

A questa Chiesa, in altri contesti, magari si imputa di immischiarsi troppo di “questioni politiche” (come capita per
esempio nella difesa dei “valori non negoziabili”)…qui invece le si imputa di non essere uscita abbastanza “dalle sagrestie”, per supplire all’assenza dello stato….
Mi pare che alla Chiesa Cattolica tocchi dunque il ruolo di quei genitori, a cui l’adolescente imputa ogni suo problema o fallimento, compreso quello di essere uscito sotto la pioggia battente senza ombrello o di essersi pestato un dito con il martello…
Credo che questi genitori abbiano un solo modo per uscire da questo tormentone: aspettare che il figlio cresca e maturi…

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